Il Progetto #NOICISIAMO
Il progetto #NOICISIAMO, realizzato con la collaborazione delle Società scientifiche FADOI (Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti) e SIGG (Società Italiana di Geriatria e Gerontologia), porta avanti l’attenzione che da sempre Fondazione Onda rivolge alle persone che soffrono di dolore cronico.
L’esperienza del dolore-malattia comprende aspetti non solo sensoriali, correlati al dolore “fisico”, ma anche emozionali, cognitivi, comportamentali e relazionali, danneggiando gravemente la qualità della vita dei pazienti. Per questo il trattamento efficace del dolore rappresenta un presupposto irrinunciabile che deve essere garantito a tutti i pazienti per alleviare la loro sofferenza.
I farmaci oppioidi rappresentano una preziosa opzione terapeutica in moltissime condizioni di dolore cronico (di natura oncologica e non) che altrimenti non avrebbero una cura efficace, specie in caso di dolore moderato/severo e non controllato.
Il progetto ha come focus il più diffuso effetto indesiderato associato all’utilizzo di farmaci oppioidi, la stipsi, che ha un impatto così negativo sulla quotidianità da portare, in molti casi, a modificare o abbandonare la terapia in corso: molti pazienti sembrano preferire convivere con il dolore piuttosto che con la stipsi.
L’obiettivo della campagna è quello di sensibilizzare medico e paziente sul “carico” fisico e psichico della stipsi da oppioidi (OIC) e di evidenziare l’importanza della comunicazione medico-paziente nella discussione preventiva di questa problematica per individuare una soluzione efficace.
Stipsi da oppioidi, un problema molto frequente di cui si parla poco
Gli oppioidi rappresentano lo standard di cura per la gestione del dolore cronico ma, come del resto tutti i farmaci, possono provocare effetti indesiderati.
Quello più frequente è la stipsi, indicata con l’acronimo OIC dall’inglese, Opioid-Induced Constipation.
La OIC è dovuta all’azione degli oppioidi a livello del tratto gastro-intestinale dove, legandosi a specifici recettori (uguali a quelli che si trovano nel cervello) inibiscono la funzione intestinale, riducendo la motilità e le attività secretorie con la comparsa o il peggioramento dei sintomi da stipsi (feci secche, costipazione, gonfiore addominale, senso di evacuazione incompleta, sforzo evacuativo …).
A differenza di altri effetti indesiderati associati all’uso cronico di oppioidi, la OIC non è correlata alla dose e non va incontro a tolleranza (cioè a regressione spontanea dopo alcune somministrazioni): i sintomi persistono e possono anche peggiorare durante il trattamento.
Prima di modificare o interrompere la terapia con oppioidi in corso, parlane con il tuo medico
La OIC, lo sanno bene i pazienti che ne soffrono, impatta molto pesantemente sulla qualità della vita e sulle diverse dimensioni, familiare, socio-relazionale e lavorativa. La stipsi si accompagna a malessere fisico, disagio psicologico, forte stress, suscettibilità e irritabilità. Il malessere è tale da sentirsi a disagio con sé stessi e con gli altri. Anche solo uscire di casa o programmare una serata con amici può rappresentare un problema.
Questi sono i motivi che spingono molti pazienti a ridurre o interrompere autonomamente l'assunzione dei farmaci oppioidi. È importante, invece, che questi aspetti siano discussi tempestivamente con il proprio medico in modo da non rinunciare ai benefici antalgici della terapia con oppioidi.
Contro la stipsi esistono trattamenti efficaci: non rinunciare ad affrontare il problema, parlane con il tuo medico
Nel trattamento della OIC trovano indicazione, come terapia di prima scelta, i lassativi tradizionali. Si tratta di farmaci cosiddetti sintomatici perché non agiscono sulla causa specifica della costipazione, cioè sul legame degli oppioidi ai recettori intestinali.
Nel caso di fallimento, è oggi disponibile una nuova classe di farmaci chiamati PAMORA (acronimo dall’inglese di peripherally acting μ-opioid receptor antagonists). Il loro punto di forza è la capacità di intervenire direttamente sul meccanismo alla base dell’OIC, cioè il legame dell’oppioide ai recettori gastro-intestinali. Agiscono come antagonisti periferici degli oppioidi: legandosi ai recettori intestinali, impediscono agli oppioidi di fare lo stesso e, dunque, di interferire con la funzionalità intestinale. I PAMORA hanno una struttura molecolare che non consente di arrivare al cervello, dove interferirebbero con l’effetto analgesico degli oppioidi, lasciando quindi invariata l’efficacia della terapia del dolore.
Si ringraziano per la supervisione scientifica: Andrea Fontanella (Presidente Fondazione FADOI), Dario Manfellotto (Presidente Federazione FADOI), Francesco Landi (Presidente SIGG)
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