Ringrazio Fondazione Onda per l’opportunità di raccontare cosa è successo nella nostra RSA ‘Le Querce – la casa dei nonni’ in questo lungo anno, soprattutto perché l’approccio dei media nei confronti delle strutture RSA è spesso di tipo sensazionalistico.
So che la nostra esperienza non è isolata e che molte sono state le strutture che hanno gestito con impegno e dedizione questo momento così difficile e per il quale certamente nessuno era preparato.
Credo anche che non necessariamente ci sia una connessione tra strutture colpite dal virus e cattiva gestione.
Articolo a cura della Dott.ssa Francesca Davoli, Responsabile Relazioni Esterne e Marketing della Le Querce Casa dei Nonni - Manziana (RM)
Marzo 2020: qualcosa che non avevamo mai visto prima
In quei giorni di marzo, in Residenza, l’agitazione era palpabile: come proteggere gli Ospiti? Come fare in modo che il virus non entrasse dentro? Come evitare che gli operatori che entrano ed escono portassero il virus all’interno? Chiudere, non fare entrare più nessuno: era davvero una misura immaginabile? Purtroppo immaginarla non è bastato, abbiamo anche dovuto metterla in pratica.
Per ‘Le Querce’ dove eravamo abituati all’andirivieni dei parenti, ai familiari che si fermavano a pranzo, alla collaborazione dei volontari dell’Associazione dei Volontari Ospedalieri (AVO), alla S. Messa ogni settimana, alle visite occasionali di musicisti e artisti, agli scambi con il territorio, chiudere è stata una ferita, un momento di grande tristezza. All’inizio, questa misura così drastica è stata vissuta dalle famiglie con stupore e anche con qualche difficoltà, ma nel tempo le famiglie ci hanno compresi e supportati e restano grate per l’esito positivo di queste chiusure, senza smettere mai di avere voglia di tornare a visitare i propri cari.
Chiudere le porte a parenti, amici e fornitori (che consegnano ancora le merci fuori dalla porta) è stata solo la prima di una lunga serie di cambiamenti che abbiamo messo in atto, guidati dai Decreti, dalle linee guida dell’ISS, dalle misure Regionali e anche dal buon senso nella gestione.
L'organizzazione della RSA
Il lavoro è stato incessante e faticoso, modificare l’organizzazione di una struttura residenziale con 65 Ospiti e quasi altrettanti dipendenti richiede professionalità. Adeguarsi a nuove misure, ricomporre il lavoro, tenere al centro l’Ospite sono tutti provvedimenti che abbiamo dovuto implementare in corsa. Il nostro personale e i nostri Ospiti hanno dimostrato piena comprensione dell’eccezionalità delle circostanze con conseguente grandissima flessibilità e di questo siamo loro davvero grati.
Una volta regolati gli ingressi dall’esterno, è stato importante responsabilizzare gli operatori ad una condotta personale (anche all’esterno della struttura) che salvaguardasse la loro salute, quella dei loro cari e quindi anche quella degli Ospiti. Gli operatori sono stati formati all’uso corretto dei DPI (Dispositivi di Protezione Individuali) dentro e fuori la struttura e sollecitati a tenere alta l’attenzione su possibili contatti a rischio e su qualunque segno di deperimento della loro salute. Dobbiamo dire che la risposta è stata più che adeguata e anche generosa con l’obiettivo di salvaguardare gli Ospiti e se stessi.
Inoltre, l’intera organizzazione della struttura è stata modificata: la vita degli Ospiti ha subito una contrazione per quanto riguarda la fruizione degli spazi comuni. Infatti, mentre prima essi potevano muoversi liberamente all’interno della struttura. con l’arrivo del COVID l’organizzazione delle giornate è stata concentrata all’interno dei nuclei / piani. Questo per evitare che l’eventuale contagio di un nucleo si potesse estendere ovunque. Inoltre, anche il personale è stato assegnato esclusivamente a un determinato nucleo, sempre per mitigare i rischi.
Equilibri: l'impegno per mantenere l'organizzazione precedente
Dal punto di vita del ritmo delle giornate però abbiamo cercato di mantenere il più possibile l’organizzazione precedente, quindi sono state riorganizzate le attività socio-ricreative (con le necessarie distanze e il rispetto delle regole), la fisioterapia, la terapia occupazionale, i pasti in saloni che consentivano di mantenere le distanze, ma che non necessitavano di tenere gli Ospiti nelle loro stanze. Certo, gli Ospiti in alcuni casi si sono sentiti un po’ spiazzati e sentivano la mancanza non solo dei familiari ma anche degli amici che magari erano confinati in un altro piano. Eppure sono stati proprio loro, attraverso i loro racconti e le loro esperienze, anche delle difficoltà della guerra, e la loro serenità a dare coraggio e fiducia anche agli operatori. Una grande prova di adattabilità e di resilienza.
I canali di comunicazione con le famiglie
Una volta “chiusa” la struttura ci siamo subito chiesti come poter mantenere aperti i canali di comunicazione con le famiglie. Le risposte sono state molteplici. Prima di tutto abbiamo implementato le video chiamate con cadenze prestabilite (attive già da marzo 2020): un tripudio di emozioni per i nostri Ospiti e i loro familiari. Abbiamo organizzato il più possibile incontri attraverso il vetro della porta di ingresso. Questi sono stati alle volte molto commoventi… in un caso una famiglia è venuta a presentare a un’Ospite la sua prima bis-nipote! Poi la finestra della nostra Direzione è stato il varco per far arrivare agli Ospiti messaggi, libri, riviste, vestiti, piccoli sfizi (tutti attentamente sanificati prima della consegna) … siamo diventati una sorta di ponte tra gli Ospiti e le famiglie. Quando è arrivato il bel tempo abbiamo organizzato gli incontri tra familiari e Ospiti all’aperto grazie al nostro parco. Per Natale è stato realizzato un progetto insieme alle famiglie per attenuare l’impossibilità di vedersi: ogni famiglia ha inviato un video messaggio con gli auguri e un pacchetto regalo. Il giorno di Natale gli Ospiti hanno così potuto vedere i propri cari in un video e ricevere un segno concreto del loro affetto.
Sono solo alcuni esempi di come la VITA è proseguita all’interno della struttura, certo più essenziale, certo con la nostalgia per coloro a cui si vuole bene, ma anche con tanta attenzione da parte degli operatori affinché la nostalgia e la lontananza non creassero il pensiero dell’abbandono ma solo la consapevolezza di un tempo eccezionale.
A partire da dicembre poi abbiamo registrato degli interventi dei nostri dirigenti/operatori per offrire uno spazio di trasparenza a chi si trova all’esterno della struttura e vuole sapere cosa succede all’interno e come sono cambiate le cose. TV Le Querce: https://www.lequerce-cdn.it/news/
Da gennaio è un po’ più facile. Ospiti e operatori della struttura sono stati vaccinati e restiamo in attesa di regole nuove per quanto riguarda gli incontri tra Ospiti e familiari. Questo momento però è ancora un po’ duro per gli Ospiti che hanno “resistito” in attesa del vaccino e forse si aspettavano un ritorno alla normalità che ancora non c’è. Ora siamo aperti, con tamponi, distanziamenti e quanto richiesto dalla normativa della Regione Lazio. La voglia di rivedersi e passare tempo insieme è tanta.
Per chi come noi fa questo mestiere al centro c’è il benessere degli Ospiti, che non avviene per caso ma è il frutto di professionalità programmazione e impegno.