Il panorama socio-sanitario italiano è stato duramente messo alla prova dall'emergenza sanitaria provocata dal COVID-19. Le RSA e le Case di Riposo stanno affrontando un periodo particolarmente complesso non solo dal punto di vista della gestione clinico-assistenziale dei propri ospiti, talvolta purtroppo colpiti in prima persona dalla malattia, ma anche in termini organizzativi. Gli organi direttivi e amministrativi di molte strutture si sono infatti trovati a fare i conti con la necessità di attuare dei nuovi piani di azione per riuscire a garantire ugualmente il corretto funzionamento dei servizi di cura e assistenza nonostante l’emergenza, con l’obiettivo di proteggere gli anziani ricoverati e il proprio personale e mantenere attiva la comunicazione tra familiari e ospiti. Molte strutture sono così state in grado di isolare esternamente il virus non registrando casi di contagio mentre altre, purtroppo, hanno invece dovuto scontrarsi con una realtà ben diversa che, nei casi peggiori, è stata caratterizzata anche da molteplici decessi.
La vita di tutti i giorni nelle strutture di accoglienza per anziani, in cui la routine assume un significato speciale per le persone che vivono al loro interno, ha sicuramente risentito bruscamente di questa situazione anomala, nonostante gli sforzi nel mantenere una continuità anche nei piccoli gesti quotidiani. Queste strutture infatti rappresentano per gli anziani che le abitano una nuova dimensione di vita, un nuovo ambiente di riferimento, in cui non solo ricevono un’attenzione specifica dal punto di vista sanitario ma in cui possono tenere vive le proprie capacità sociali e relazionali residue e sentirsi talvolta anche meno soli. Alla luce di questo, risulta sicuramente necessario garantire agli ospiti una stabilità quotidiana e una buona qualità di vita specialmente nella situazione attuale caratterizzata da un sentimento di incertezza e paura. Molte strutture sono state in grado di mantenere internamente un equilibrio volto a preservare un ambiente sano e protetto, altre però non ce l’hanno fatta a causa di diversi fattori, perdendo talvolta di credibilità. Queste strutture dovranno quindi necessariamente provare a ripensarsi per riguadagnare in un certo senso la fiducia perduta e adattarsi al nuovo contesto di riferimento e alle nuove necessità emergenti, applicando magari dei modelli organizzativi alternativi e più efficaci.
Proprio di organizzazione si parla nel libro che abbiamo il piacere di segnalarvi di Letizia Espanoli, fondatrice del Sente-mente® Project e formatrice per il settore sociosanitario, dal titolo ‘Per un’organizzazione che cura. Idee e azioni possibili secondo il Sente-Mente® modello’, pubblicato a marzo 2020 da Ed. Dapero. In questo volume, con esempi concreti, si affronta il tema dei processi organizzativi con lo scopo di portare le organizzazioni socio-sanitarie a sviluppare consapevolezza circa una corretta cultura organizzativa che orienta le singole azioni di cura e a supportarle per riformulare la propria offerta, integrando gli aspetti umani a quelli tecnici. Mai come in questo periodo infatti le strutture per anziani dovranno tentare di ricreare al loro interno una cultura organizzativa capace di generare appartenenza e benessere e di aprirsi al territorio. Nel libro sono contenuti diversi spunti interessanti che si auspica possano essere d’aiuto alle strutture per mettere in moto un percorso di cambiamento concreto e sperimentare nuove opportunità per il rilancio dei propri servizi.
Per maggiori informazioni sul volume consulta la pagina dedicata sul sito https://editricedapero.it/prodotto/per-unorganizzazione-che-cura/