Sembra un asilo dai tre anni ai novanta. L’esercito di anziani suona al campanello, decine di bambini vanno ad aprire, si mettono a spingere le sedie a rotelle, sostengono chi ha il bastone, li portano dentro.
Alcuni nonni sono un po’ confusi dall’Alzheimer e altre malattie senili. Ma ci pensano i piccoli. Li mettono in fila, fanno il cerchio intorno, cantano una canzone. «Se sei felice tu lo sai, batti le mani…». Inizia così l’incontro tra gli alunni della scuola materna di via Parenzo e gli anziani della casa di riposo del quartiere, la Santa Marta. È una sorta di gemellaggio, caso più unico che raro. Nessuno ci ha pensato prima? È l’uovo di Colombo: si mettano insieme le generazioni estreme, minuscoli e grandissimi, e qualcosa di buono e di bello, che fa bene a tutti, viene fuori. «All’inizio si fa un po’ fatica ma quando il progetto ingrana, le giornate fluiscono in modo naturale», dice la preside, Patrizia Giozzet.
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