Un mondo di nonni e di centenari. Ma con sempre meno (pro)nipoti. Il sorpasso, a vedere le proiezioni dei demografi sulle cifre del World population prospects delle Nazioni Unite, sembra ormai questione di mesi. Tra il 2016 e il 2017 — dicono quei calcoli — gli ultra 65enni saranno più dei piccolissimi tra 0 e 4 anni. Fino ad arrivare al 2100 quando i bimbi saranno 650 milioni, gli anziani oltre 2,5 miliardi.
Il secolo di vita
In parallelo tra quegli over 65enni aumenteranno — e di molto — gli individui che avranno un’età a tre cifre. «Passeranno da 451 mila (nel 2015) a 3.676.000 nel 2050», stima un recente dossier del Pew Research Center, un think tank statunitense. Che spiega anche come la metà sarà concentrata in soltanto cinque Paesi: Cina, Giappone, Stati Uniti, Italia e India. Nel 1990, tanto per fare un confronto, se ne contavano 95 mila. A livello statistico tra trentaquattro anni se ne incrocerà uno ogni 480 abitanti. E, forse, il secolo di vita non farà più notizia.
La demografia non interessa
Il documento del centro studi americano fa tutte le dovute precisazioni. Perché quel dato sugli ultracentenari nel 2050 è una stima che si tiene sui valori più bassi. Non sempre e non ovunque i documenti sono rintracciabili. L’aggiornamento dei database sulla popolazione di ogni singolo Stato, poi, va incontro a qualche imprevisto, vuoi a causa dei conflitti, vuoi perché le rilevazioni demografiche sono l’ultima preoccupazione dei governi, vuoi perché è difficile — per le caratteristiche geografiche della nazione — riuscire ad avere un’anagrafe accettabile. E però intanto i numeri già in possesso dicono qualcosa. Come l’incremento notevole degli over 80enni su tutte le altre fasce. «Succede così dal 1990 e non si nota alcuna inversione di tendenza», spiegano gli analisti del Pew Research Center.
Usa in testa alla classifica
Gli Stati Uniti oggi sono il Paese con il più alto numero di centenari: 72 mila. Seguiti da Giappone (61 mila), Cina (48 mila) e India (27 mila). L’Italia, al quinto gradino, ne conta 25 mila. Che tra trentaquattro anni diventeranno 216 mila. Quasi nove volte di più. Una progressione che nel 2050 ci consentirà — e la performance è positiva o negativa, dipende dai punti di vista — di superare nella classifica l’India. Mentre nel podio la Cina (con i suoi 620 mila cittadini nati al massimo nel 1950) scavalcherà sia il Giappone (441 mila) che gli Stati Uniti (378 mila). Ogni diecimila persone nel 2015 hanno spento cento candeline in 7,4. Nel 2050, salvo choc demografici, diventeranno 23,6 con i record dei nipponici (41,4) e degl’italiani (38,3). Più che doni, insomma, tocca regalar nipotini.
Da Corriere.it