Si prendono cura dei nipoti ma anche di altre persone anziane, riprendono attività e hobby, vanno in palestra o in piscina, frequentano balere o scuole di ballo, si dedicano ad attività di volontariato. La longevità attiva è un modello quotidiano di vita per milioni di anziani, come evidenziano indagini di Istat e Censis.
«Uscire, incontrarsi con gli altri, impegnarsi in attività comuni aiuta a sentirsi vivi e a pensare al futuro piuttosto che restare ancorati al passato» afferma Enzo Costa, presidente di Auser, Associazione per l’invecchiamento attivo, che l’anno scorso ha raccolto quaranta storie di volontariato in un volume “Il saper fare - Viaggio nell’Italia della solidarietà”. «Le buone pratiche diffuse in tutta Italia possono essere un prototipo di intervento per rinnovare la qualità e l’offerta dei servizi sociali» osserva Costa. Qualche esempio: corsi di alfabetizzazione informatica, corsi di ginnastica dolce, sartorie solidali ovvero luoghi di incontro e relazioni in cui le volontarie preparano, tra l’altro, le bambole di pezza “pigotte”, utilizzate per la raccolta fondi dell’Unicef.
Che le attività di svago e tempo libero favoriscano la longevità attiva lo ribadisce anche una ricerca qualitativa pubblicata sulla rivista Ageing&Society dell’Università di Cambridge, che ha coinvolto un campione di 133 lavoratori prossimi alla pensione in tre Paesi: Italia, Inghilterra e Stati Uniti. «In molti hanno affermato di voler riprendere gli hobby abbandonati a causa degli impegni lavorativi o iniziarne di nuovi — riferisce uno degli autori dello studio, Andrea Principi, del Centro ricerche economico-sociali per l’invecchiamento dell’Inrca di Ancona —. È quindi emersa l’esigenza di includere l’attività di svago e tempo libero tra i parametri dell’indice europeo Active Ageing Index , che misura la possibilità degli anziani di invecchiare in salute».
Intanto, comincia a farsi strada a livello istituzionale un approccio integrato alle politiche per una longevità sana. Undici Regioni sono state riconosciute “siti di riferimento” nell’ambito del progetto “Partenariato europeo per l’innovazione sull’invecchiamento attivo e in buona salute”.
«È un riconoscimento alle politiche e soluzioni innovative a favore degli anziani, che contribuiscono a tradurre in pratica gli obiettivi strategici del progetto europeo, tra cui aumentare di due anni il periodo di vita sana e attiva entro il 2020 e ridurre i costi dei sistemi sanitari» spiega Lisa Leonardini, project manager del Programma Mattone Internazionale Salute - ProMIS, che ha seguito il percorso delle Regioni italiane riconosciute “siti di riferimento”. In particolare, la Lombardia è stata premiata per la presa in carico proattiva e integrata del malato cronico, anche attraverso l’utilizzo della telemedicina; il Veneto per il progetto Renewing Health, che ha permesso il telemonitoraggio di circa 6 mila pazienti affetti da Bpco, diabete e cardiopatie; il Friuli Venezia Giulia per la cura integrata di anziani con malattie croniche. In Piemonte stanno sperimentando l’infermiere di famiglia e di comunità, a supporto degli anziani che abitano in zone montane.
In Puglia hanno sviluppato un sistema di telemedicina H@H (“hospital at home”, cioè ospedale a domicilio) che garantisce da qualsiasi dispositivo connesso a internet il monitoraggio continuo dei parametri fisiologici e delle terapie del paziente a domicilio. La Provincia Autonoma di Trento ha una piattaforma tecnologica di sanità elettronica che permette ai cittadini l’accesso al fascicolo sanitario elettronico e l’utilizzo del “Diario salute” personale per tenere traccia della propria storia clinica (farmaci, terapie, allergie, vaccinazioni).