L’Italia si sa, negli ultimi anni ha dovuto prendere consapevolezza e attenzione del fatto che i numeri, in termini di anziani, sono in continua crescita. La natalità diminuisce e l’aspettativa di vita si allunga.
Se da una parte il calo delle nascite desta non poche preoccupazioni, dall’altro il numero di servizi dedicati alla terza età devono stare al passo con numeri e richieste. Per effetto di una maggiore longevità, alcuni recenti dati Istat evidenziano come al 1° gennaio 2024 oltre l’80% dei 22.552 centenari residenti in Italia e quasi il 90% dei 677 semi-super centenari (individui di 105 anni e più) sia di genere femminile. I super centenari (individui di 110 anni e più) ancora in vita al 1° gennaio 2024 sono 21, di cui soltanto uno di sesso maschile ma sono comunque più che raddoppiati rispetto al 2009, quando se ne contavano 10. Recenti studi svolti dal CERGAS dell’Università Bocconi e dal Politecnico di Milano sottolineano come in anni recenti l’utilizzo del web nella fascia 65-75 sia passata dal 13,8% al 30,8%, mentre nella fascia 75+ l’aumento è stato dal 2,7% all’8,8%. Considerando l’evoluzione del contesto tra bisogni, domanda e offerta è indubbio che la tecnologia possa essere la risposta che si cercava: oltre a rispondere ai bisogni degli utenti, fornisce nuovi strumenti e modalità promuovendo l’integrazione tra professionisti e caregiver impattando sull’organizzazione e sui modelli di erogazione dei servizi.
La ricerca è stata arricchita anche da ulteriori contributi, da cui si ricavano alcune difficoltà che le RSA si trovano ad affrontare dal punto di vista organizzativo e finanziario. Il grado di diffusione e di adozione delle innovazioni tecnologiche nelle RSA in Italia risulta ancora sbilanciato tra nord-centro e sud di fatto con una scarsa introduzione dell’innovazione tecnologica.
Tra le principali criticità rientrano le regole di accesso e di funzionamento variabili ed eterogenee in base alle regioni in cui si trovano le residenze, un modello di finanziamento pubblico inadeguato, nonché la riduzione della qualità dell’assistenza derivante da tagli sia al personale specializzato sia alla manutenzione delle strutture.
La prospettiva fa però ben sperare ritenendo app e dispositivi mobili, robotica ed ecosistemi digitale di integrazione le nuove frontiere verso le quali le RSA italiane stanno tendendo.
E se queste le associamo all’IA: cosa ci riserverà l’imminente futuro?
Fonte: "Le tecnologie che cambiano i servizi per gli anziani. Quanto sono diffuse in Italia? - Università Bocconi CERGAS, 2018"