Consumare più frutta e verdura, oltre che pesce e olio di oliva, oltre i 70 anni, renderebbe più forti, riducendo spossatezza e perdita di appetito. Lo studio sul Journal of the American Geriatrics Society
(Reuters Health) - Si allunga la lista dei benefici della dieta mediterranea: un recente studio avrebbe dimostrato che il regime alimentare, negli over 70 anni, sarebbe collegato a una riduzione della fragilità nel tempo, nel senso di affaticamento, perdita di appetito e difficoltà di guarigione quando ci si ammala. A evidenziarlo uno studio sul Journal of the American Geriatrics Society, coordinato da Kate Walters, dell'University College di Londra.
Lo studio
Il team di ricercatori ha analizzato i dati su quasi seimila anziani che avevano partecipato in totale a quattro studi, tre dei quali condotti in Paesi che si affacciano sul Mar Mediterraneo, Francia, Italia e Spagna, e uno in Cina. Indipendentemente da dove vivessero, chi seguiva più strettamente i principi della dieta mediterranea aveva una probabilità inferiore di andare incontro a fragilità. In particolare, tutti gli studi riportavano le diete dei partecipanti in base a quanto aderivano ai principi della dieta mediterranea, con un punteggio di 6-9, che indicava la massima aderenza, uno medio e uno 0-3, che indicava invece la minima aderenza. In media, i partecipanti sono stati seguiti per quattro anni.
I risultati
Sarebbe emerso che le diete con un punteggio 4-5 portavano a un rischio inferiore del 38% di sviluppare fragilità nel periodo di follow-up, rispetto a coloro che non avevano aderito alla dieta (0-3), mentre le diete con punteggio più alto riducevano il rischio del 56%.
I commenti
“La popolazione mondiale sta invecchiando, con un numero crescente di persone che vive fino a 80 anni e oltre - spiega Walters - Alcune persone, quando invecchiano, possono diventare fragili, cioè avvertire sintomi di mancanza di energia, debolezza muscolare, scarso appetito e hanno difficoltà a guarire quando si ammalano”, sottolinea l'esperta. Questo quadro, a sua volta, “è collegato a un maggior rischio di essere ricoverati o di diventare dipendenti da altri per le cure”, ha concluso.
Mentre secondo Michael Bogaisky, del Dipartimento di Medicina del Montefiore Health System di New York, che non era coinvolto nello studio “i quattro studi considerati nella ricerca sono solo osservazionali e confrontano persone che scelgono da sole di mangiare in un certo modo”. Dunque, qualsiasi differenza nel rischio di fragilità potrebbe essere dovuta ad altri fattori. “Olio di oliva, pesce, frutta fresca e verdura possono essere molto costose, per cui chi può permettersi di mangiarle può presumibilmente permettersi anche cure migliori, e questo potrebbe spiegare i migliori risultati in termini di fragilità”, ha sottolineato l'esperto. Nonostante questo, però, Bogaisky ritiene lo studio 'interessante', un altro buon motivo per consumare una dieta mediterranea, ha evidenziato.
Fonte: Journal of the American Geriatrics Society
Shereen Lehman
(Versione italiana Quotidiano Sanità/ Nutri&Previeni)