In Italia ci sono circa 3,5 milioni di persone, ultrasessantacinquenni che hanno difficoltà nella cura della persona in attività quotidiane quali mangiare da soli, sdraiarsi e alzarsi dal letto o sedersi e alzarsi da una sedia, vestirsi e spogliarsi, usare i servizi igienici e fare il bagno o la doccia, senza l’aiuto di una persona, o l’uso di ausili/apparecchi. E ce ne sono 6,3 milioni circa con “gravi difficoltà nelle attività domestiche” come preparare i pasti, usare il telefono, fare la spesa, prendere le medicine, svolgere lavori domestici leggeri, svolgere occasionalmente lavori domestici pesanti, gestire le proprie risorse economiche.
La non autosufficienza spesso non è fatta solo di handicap evidenti. Ci sono una serie di problemi nella vita quotidiana che impediscono soprattutto agli anziani di svolgere un’esistenza serena.
Così in Italia ci sono circa 3,5 milioni di persone, ultrasessantacinquenni (ma più di 2,7 milioni di queste sono ultrasettantacinquenni) che hanno difficoltà nella cura della persona. Nell’autonomia/indipendenza cioè nello svolgimento attività quotidiane (ADL) fondamentali quali mangiare da soli, anche tagliando il cibo da soli, oppure sdraiarsi e alzarsi dal letto o sedersi e alzarsi da una sedia, vestirsi e spogliarsi, usare i servizi igienici e fare il bagno o la doccia, senza l’aiuto di una persona, o l’uso di ausili/apparecchi o modifiche dell’abitazione.
E ce ne sono 6,3 milioni circa con “gravi difficoltà nelle attività domestiche”, non sono del tutto autosufficienti cioè in quelle attività necessarie per vivere in modo autonomo, quali: preparare i pasti, usare il telefono, fare la spesa, prendere le medicine, svolgere lavori domestici leggeri, svolgere occasionalmente lavori domestici pesanti, gestire le proprie risorse economiche.
Il dato ovviamente è sovrapponibile per alcune voci (una persona ha più di una difficoltà), ma mediamente nel complesso chi deve affrontare con fatica almeno una delle attività giornaliere comuni per colpa dell'età rappresenta il 10% circa della popolazione italiana. E tutti concentrati tra gli over 65.
La rilevazione, riferita al 2015, è dell’Istat che ha costruito gli indicatori secondo le indicazioni di Eurostat per garantire la confrontabilità tra i paesi dell’Unione europea, considerando i due massimi livelli di difficoltà (“molta difficoltà” o “non sono in grado”) escludendo i casi di persone che non svolgono tali attività perché non hanno necessità di farlo.
E il dato è riportato nel rapporto sulle condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari in Italia e nell'Unione europea di cui Quotidiano Sanità ha già pubblicato i capitoli relativi alle malattie croniche e l’assistenza domiciliare, alle cure dentali , al ricorso a medici di famiglia e specialisti,quella sui motivi delle rinunce alle cure, l’analisi di quanti italiani soffrono di dolore fisico , quella di chi ha la percezione di un sostengo sociale debole, intermedio o forte da parte delle persone che lo circondano, quella degli incidenti domestici e stradalie quella di quanti caregivers assistono i propri familiari o altre persone.
Per quanto riguarda l’autonomia della persona, il nostro Paese in Europa presenta una media del 3,3% degli over 65 (la media Ue è del 3,4%) rimanendo a metà classifica nell’Ue-28, mentre tra gli ultrasettantacinquenni le percentuali si alzano e in Italia si raggiunge il 19% contro una media Ue del 14,9% e il nostro Paese si colloca al settimo posto nella classifica.
Rispetto a chi ha tra 65 e 74 anni l’Italia è pressoché in media Ue (Italia 13,2%, Ue-28 13,9%) e comunque è uno dei Paesi che hanno meno persone con difficoltà nelle attività domestiche.
Quando si va tra gli over 75 però la situazione cambia e la media Ue si ferma al 39,2%, mentre l’Italia raggiunge il 47,4%, a metà classifica rispetto agli altri Paesi, ma comunque con percentuali nettamente più elevate della fascia con minore anzianità.
Analizzando i dati nazionali nel dettaglio delle varie tipologie di difficoltà, hanno difficoltà a mangiare da sole più di 1,1 milioni di persone, di cui 969mila sono over 75.
Per più di 2,6 milioni è difficile alzarsi dal letto o sedersi ed alzarsi dalla sedia (oltre 2 milioni sono gli ultrasettantacinquenni) e 2,5 milioni hanno problemi a svestirsi e spogliarsi (anche in questoo caso oltre 2 milioni sono gli over 75).
Per più di 1,8 milioni di individui è difficile utilizzare da soli servizi igienici (1,57 sono gli over 75) e quasi 3 milioni hanno difficoltà a farsi bagno o doccia (2,46 milioni di over 75).
E 1,570 milioni di persone (1,262 milioni di ultrasettantacinquenni) hanno difficoltà in almeno un attività di cura della persona perché manca l’aiuto, mentre 1,154 milioni giudicano l’aiuto eventuale che hanno sufficiente.
Nelle attività domestiche invece hanno difficoltà in generale 6,290 milioni di persone (4,374 milioni over 75).
Molti, come accennato, ne hanno più di una cumulata con le altre, ma la classifica delle singole attività vede comunque in testa lo svolgimento occasionale di attività domestiche pesanti che è un problema (moderato o grave) per 5,776 milioni di individui di cui 4,038 hanno più di 75 anni.
Al secondo posto c’è fare la spesa, difficile per 3,497 milioni di persone over 65 (2,796 milioni con oltre 75 anni) seguito dalle attività domestiche leggere che creano difficoltà a 3,236 milioni di individui (2,614 milioni >75 anni).
Gestire risorse economiche e comunque svolgere le normali attività amministrative crea problemi a 2,707 milioni di persone, di cui 2,229 milioni sono over 75.
Preparare i pasti è difficile per 2,308 milioni di over 65 (1,910 milioni sono gli over 75) e poi c’è la difficoltà forse più rischiosa che è quella di prendere medicine, dichiarata da 2,037 milioni di persone di cui 1,726 milioni con più di 75 anni.
Infine usare il telefono: è difficile per 1,829 milioni di ultrasessantacinquenni in generale e di questi 1,589 milioni hanno più di 75 anni.
Le persone che dichiarano queste tipologie di difficoltà giudica in 2,539 milioni (1,879 gli ultrasettantacinquenni) l’aiuto che hanno sufficiente, ma 2,4 milioni (1,781 milioni di over 75) dichiarano che l’aiuto non c’è.
Un popolo di non autosufficienti relativamente invisibili quindi, visto che è luogo comunque considerare tali le persone che hanno visibili handicap fisici che gli impediscono una vita normale. Ma ci sono oltre il 10% di italiani (in molti casi le difficoltà si sommano e uno stesso individuo ne ha più d’una) che non riesce a vivere nelle cose apparentemente banali secondo quella che è definita normalità.
Un popolo che avrebbe bisogno di aiuto e che spesso dichiara di non averne a sufficienza e che spesso ha perfino problemi se non vergogna a dichiarare le sue disabilità nella vita di tutti i giorni per non sentirsi ancora di più emarginato.
Da Quotidiano Sanità